Torna l’ora solare: date e vantaggi energetici del cambio dell’ora

A fine ottobre torna l’ora solare, le lancette dell’orologio verranno portate indietro: quali sono i vantaggi del cambio dell’ora?

Ritorna l’appuntamento con il cambio dell’ora: fra pochi giorni si sposteranno indietro le lancette dell’orologio, in concomitanza dell’entrata in vigore dell’ora solare. Si tratta di un rito che coinvolge tutti gli italiani due volte l’anno dagli anni ‘60 dello scorso secolo, in primavera e in autunno. Per quale ragione, allora, è stata introdotta l’alternanza tra ora solare e ora legale? Quali sono i vantaggi di una simile scelta?

Quella del cambio dell’ora è una pratica che, così come poc’anzi accennato, è stata introdotta nel corso del ‘900, allo scopo di ridurre i consumi energetici. La possibilità di fruire di un’ora di illuminazione in più al mattino oppure alla sera, a seconda dei periodi dell’anno, permette infatti di risparmiare grandi quantità di energia elettrica, tutto a beneficio del portafoglio e dell’ambiente. Ma quali sono le date per l’ora solare nel 2023 e quali i vantaggi di questa consuetudine? Di seguito, qualche informazione utile.

  1. Quando ritorna l’ora solare?
  2. Tra storia e consumi: perché si cambia l’ora
  3. Il cambio dell’ora sarà abolito? Il dibattito in Europa
  4. I dubbi più comuni sul ritorno dell’ora solare

Quando ritorna l’ora solare?

Il cambio dell’ora avviene in due specifici momenti dell’anno: durante la notte dell’ultima domenica di marzo e, ancora, dell’ultima di ottobre. La prima data segna l’avvio dell’ora legale, quella che consente di approfittare di una maggiore illuminazione naturale la sera, la seconda invece è destinata all’ora solare, che privilegia invece più luce al mattino.

Data questa consuetudine, il passaggio dall’attuale ora legale a quella solare avverrà nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre: le lancette dell’orologio dovranno essere spostate dalle 3 alle 2. Così facendo, si potrà dormire un’ora in più. Al contrario, quando in primavera entra in vigore l’ora legale, si dorme invece un’ora in meno.

Tra storia e consumi: perché si cambia l’ora

Quella del cambio dell’ora è una pratica che ha coinvolto gran parte dei Paesi occidentali sin dai primi anni del ‘900, oggi diffusa nella maggior parte delle nazioni mondiali. Con lo sviluppo delle reti elettriche, della produzione industriale e della società dei consumi, si è reso infatti necessario rispondere a un importante quesito: come ottimizzare le richieste di energia elettrica, così da evitare sprechi e ottenere risparmi? Si decise allora di riprendere un’idea di Benjamin Franklin che, nel corso del 1700, teorizzò proprio il cambio dell’ora per ridurre i consumi di candele.

Cambio dell'ora, orologio

Pexels

In Italia il passaggio tra ora solare e ora legale è stato ufficialmente introdotto nel 1966, ma vi furono dei precedenti tentativi, prima negli anni ‘20 e poi negli anni ‘40. Ai tempi le date risultavano variabili di anno in anno, pur rimanendo sempre legate a primavera e autunno, mentre negli ultimi decenni questa disciplina è amministrata a livello europeo, con la scelta dell’ultima domenica di marzo e dell’ultima di ottobre.

I vantaggi del cambio dell’ora: quanto si risparmia

La logica alla base del cambio dell’ora è la riduzione della richiesta di energia da parte dei cittadini, favorendo l’illuminazione naturale nei momenti di picco dei consumi. In primavera ed estate, con giornate estese e assolate, si ottengono grandi vantaggi nel garantire un’ora di illuminazione in più durante la sera. In autunno e in inverno, invece, si ottiene un’ottimizzazione migliore privilegiando la luce naturale di mattino.

Per sapere quanto effettivamente si possa risparmiare di anno in anno è necessario rifarsi a Terna, la società che gestisce e analizza i consumi di rete in Italia. In attesa di conoscere i risultati effettivi per il 2023, che probabilmente verranno divulgati dopo l’entrata in vigore dell’ora solare, l’ente ha stimato un possibile risparmio di 220 milioni di euro, pari a 410 milioni di kWh consumati in meno e una riduzione di emissioni di anidride carbonica di circa 200.000 tonnellate. Dal 2004 al 2002, grazie all’alternanza dell’orario è stato possibile risparmiare oltre 2 miliardi di euro in consumi energetici. 

Il cambio dell’ora sarà abolito? Il dibattito in Europa

Da qualche anno si discute della possibile abolizione del cambio dell’ora in Europa, a seguito di una consultazione pubblica condotta dalla Commissione Europea. In particolare, da diversi decenni alcuni Paesi lamentano scarsi vantaggi dall’adozione della doppia ora: in particolare quelli del Nord Europa dove, per questioni di latitudine, non godono di grandi benefici in termini di illuminazione naturale.

La proposta di abolizione è stata avanzata dalla Commissione Europea nel 2018, trovando poi l’approvazione del Parlamento Europeo l’anno successivo. In un primo momento, si era ipotizzato di consentire a ogni singolo Stato Membro quale scegliere come definitiva tra ora solare e legale o, ancora, se mantenere in essere il cambio. Tuttavia, al momento è tutto fermo per l’emersione di alcune problematiche:

  • lasciare discrezionalità ai singoli Stati Membri potrebbe portare a grande confusione, anche e soprattutto a livello di fuso orario. Si rischia infatti di avere nazioni comprese all’interno dello stesso fuso, ma con orari diversi;
  • in un’ottica di maggiore attenzione all’ambiente e di risparmio energetico, sarebbe indicato che i Paesi europei optassero per l’ora legale tutto l’anno o, ancora, per continuare con l’alternanza tra solare e legale. Su questo punto, tuttavia, non si è ancora raggiunto un preciso accordo;
  • la pandemia da Covid prima, e la crisi energetica derivante dal conflitto tra Russia e Ucraina poi, hanno fisiologicamente portato a un posticipo della nuova misura.

Al momento, non è stato fissato un calendario per l’abolizione del cambio dell’ora né le linee guida a cui i singoli Stati dell’Unione Europea si dovranno attenere.

I dubbi più comuni sul ritorno dell’ora solare

Il momento del passaggio dall’ora legale a quella solare è vissuto da molte persone con una certa apprensione, anche perché può avere delle blande conseguenze sul benessere personale. Per qualche giorno, in attesa che l’organismo si abitui ai nuovi orari, ci si potrebbe sentire più stanchi e stressati del solito, così come sperimentare problemi legati al sonno. È quindi normale che emergano dei dubbi: quali sono i più comuni?

Da quando non si cambierà più l’ora?

Così come già accennato, al momento non è stato stabilito un calendario per l’abolizione del passaggio tra ora solare e legale, e viceversa. 

Cambio dell'ora, orologio

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Inizialmente si era pensato al 2021 come anno di introduzione, con la possibilità per i singoli Stati Membri di scegliere se eliminare o mantenere il cambio dell’ora. L’emersione di alcune problematiche tecniche, la pandemia da Covid e il conflitto russo-ucraino hanno posticipato questo appuntamento a data da destinarsi.

Quando si cambia l’ora a ottobre 2023?

Nel mese di ottobre 2023 si verificherà il passaggio dall’ora legale a quella solare: nella notte tra il 28 e il 29 del mese si dovranno spostare le lancette dell’orologio un’ora indietro, dalle 3 alle 2. 

Come cambia l’ora a fine ottobre?

A fine ottobre torna l’ora solare, mentre l’ora legale tornerà nuovamente in vigore la fine di marzo. Poiché in inverno le giornate si accorciano, e non vi è la possibilità di recuperare grande illuminazione naturale la sera, viene privilegiata la luce naturale alle prime ore del mattino.

Perché si vuole abolire l’ora legale?

In realtà non si vuole abolire l’ora legale, bensì permettere ai Paesi europei di scegliere autonomamente quale orario adottare. Le varie nazioni potranno infatti optare per l’ora solare, l’ora legale o proseguire nella loro alternanza. Anzi, non si esclude che diverse nazioni scelgano proprio l’ora legale come preferita per tutto l’anno, poiché quella che permette di ottenere i maggiori vantaggi in termini di risparmio energetico.

Fonte: Idealista.it

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