Come arredare la casa nel 2024: le tendenze di cui tenere conto

Al giorno d’oggi si sono fatte strada le forme arrotondate, i materiali naturali, le sedute ampie e i mobili multifunzionali. Il motivo va ricercato nel desiderio di spazi più piacevoli e dall’estetica naturale, che rispondano a un maggiore interesse per tutto ciò che ha a che fare con la sostenibilità, il riciclo e la connessione tra gli spazi interni ed esterni della casa.

Dimentica i mobili dalle linee rette e scegli forme rotonde e organiche

Come arredare la casa

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Forme e motivi organici sono diventati una tendenza dominante quando si tratta diarredamento per la casa, riflettendo un crescente interesse per i design ispirati alla natura. Ora che il mondo sembra essere un posto tutt’altro che tranquillo, la casa rappresenta uno spazio di rifugio, accogliente, dove sentirsi a proprio agio e rilassarsi in compagnia della famiglia e degli amici. Questo concetto trasferito ai mobili cosa significa? L’addio alle linee rette, che non sono più popolari perché danno una sensazione fredda e minimalista poco attraente.

Dunque tra le tendenze arredo 2024 vedremo forme sempre più organiche. Più che di una novità si tratta di un ritorno massiccio, che si traduce in grandi divani dalle linee morbide, tavolini dalle linee arrotondate e materiali naturali che consentano una connessione tra interno ed esterno. Tutto con l’obiettivo di creare ambienti dall’estetica morbida che trasmettano tranquillità.

Sedute ampie e divani con schienale basso

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Questa tendenza, che si osserva da due o tre anni, è inarrestabile. Quando si parla di divani, forse l’arredo più importante della casa, dominano sedute ampie e morbide. Lo schienale è inoltre basso per non interrompere la connessione negli spazi open concept come quelli che dominano il design delle case contemporanee. Via libera anche ai divani componibili, che aiutano a riconfigurare lo spazio e adattarlo alle proprie esigenze.

Scegli mobili multifunzionali

Strettamente correlato all’idea precedente è il crescente interesse per mobili multifunzionali che si adattano alle case dove non ci sono troppi metri quadrati e forniscono una nota più personalizzata allo spazio oltre a consentire una certa flessibilità. Il concetto di multifunzionalità è importante ora che le case stanno diventando più piccole, ma anche che il modo in cui le viviamo è diverso. Sicuramente avrete familiarità con parole come coliving o cohousing, è sempre più comune che persone con orari ed esigenze diverse convivano nello stesso appartamento, poi c’è lo smart working che è destinato a restare. Per tutte queste ragioni, i mobili multifunzionali sono un vero e proprio trend che non può passare inosservato.

Tenete a mente queste tre parole chiave: riciclo, sostenibilità e biofilia

La realtà virtuale, l’intelligenza artificiale, la tecnologia e i materiali sintetici sono solo alcuni esempi del fatto che anche il mondo in cui viviamo necessita di una dimensione più connessa a ciò che ci circonda; più umano, tattile e naturale. Abbiamo già accennato al fatto che l’interesse per le forme organiche ha a che fare con il desiderio di riconnettersi con l’ambiente. Proprio per questo, parole come riciclo, sostenibilità e biofilia vengono trasferite ai mobili come modo per procurarci benessere. Così trionfano i mobili in legno riciclato, l’interesse per i pezzi vintage è alle stelle e sono di tendenza i pavimenti in legno di recupero, ma anche i motivi botanici e i colori naturali nelle imbottiture dei divani e nei cuscini.

Fonte: Idealista.it

Bonus mobili, quali sono i documenti da conservare

Se si vuole usufruire del bonus mobili e si hanno tutti i requisiti, quali sono i documenti da conservare? I chiarimenti arrivano dal Fisco. Si ricorda che l’agevolazione fiscale consiste in una detrazione Irpef del 50%, entro un limite di spesa di 5.000, che deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Il beneficio spetta a chi acquista entro il 31 dicembre 2024 mobili ed elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.

Fisco Oggi, la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate, è stato domandato: “Posso richiedere il bonus mobili se ho come documento di spesa solo uno scontrino fiscale e non la fattura di acquisto dei mobili?”.

Nel fornire la sua risposta, il Fisco ha spiegato che, “nei casi in cui la normativa fiscale prevede la possibilità di usufruire del bonus mobili ed elettrodomestici (articolo 16, comma 2, del decreto legge n. 63/2013), per poter richiedere la detrazione occorre conservare i documenti che attestano il pagamento dei beni (ricevute dei bonifici, ricevute di avvenuta transazione per i pagamenti mediante carte di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente) e le fatture di acquisto che specificano natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi acquisiti”.

Quando si parla di bonus mobili, dunque, i documenti da conservare sono quelli che attestano il pagamento dei beni – quindi ricevute dei bonificiricevute di avvenuta transazione per i pagamenti mediante carte di credito o di debitodocumentazione di addebito sul conto corrente – e le fatture di acquisto che specificano natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

Il Fisco ha poi precisato che “ai fini della detrazione lo scontrino è equivalente alla fattura solo se riporta il codice fiscale dell’acquirente e l’indicazione della natura, qualità e quantità dei beni acquistati. Se lo scontrino non indica il codice fiscale dell’acquirente, la detrazione può essere consentita solo se, oltre a riportare natura, qualità e quantità dei beni acquistati, è riconducibile al contribuente titolare della carta di debito (o della carta di credito), in base alla corrispondenza con i dati del pagamento (esercente, importo, data e ora)”.

In pratica, lo scontrino può essere equiparato alla fattura solo se riporta il codice fiscale dell’acquirente e l’indicazione della natura, qualità e quantità dei beni acquistati. Nel caso in cui lo scontrino non indichi il codice fiscale dell’acquirente, via libera alla detrazione solo se indica natura, qualità e quantità dei beni acquistati ed è riconducibile al contribuente titolare della carta di debito o della carta di credito, in base alla corrispondenza con i dati del pagamento (esercente, importo, data e ora).

Fonte: Idealista.it