Permesso di costruire per il cambio di destinazione d’uso, quando è necessario

I chiarimenti del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato si è di recente espresso spiegando quando serve il permesso di costruire per il cambio di destinazione d’uso, sottolineando qual è la differenza con la costruzione di una pertinenza. Il caso esaminato riguardava un ricorso contro l’ordine di demolire delle opere che avrebbero determinato un cambio d’uso da garage a residenza. Vediamo quanto precisato e cosa è necessario sapere per evitare di incorrere in sanzioni.

Con la sentenza 3645/2024, il Consiglio di Stato ha analizzato un ricorso contro l’ordine di demolire delle opere che avrebbero determinato un cambio di destinazione d’uso da garage a residenza. Nello specifico, le opere in questione consistevano nella realizzazione di un bagno e di una cucina nel locale seminterrato di una villetta.

Sulla vicenda sono intervenuti il Comune e il Tar, secondo i quali tali opere rappresentavano un cambio di destinazione d’uso per il quale sarebbe stato necessario il permesso di costruire. Valutazioni contestate dal proprietario dell’immobile, per il quale non si poteva parlare di cambio di destinazione d’uso dal momento che il locale seminterrato “era e rimane una pertinenza dell’abitazione e la presenza del bagno è compatibile con un utilizzo non residenziale del locale”.

Qual è la differenza tra cambio di destinazione d’uso e costruzione di una pertinenza

Intervenendo sul caso, come spiegato da Edil portale, il Consiglio di Stato ha innanzitutto ricordato che il Testo Unico dell’Edilizia (Dpr 380/2001) individua cinque categorie di destinazione urbanistica:

  • residenziale;
  • turistico-ricettiva;
  • produttiva e direzionale;
  • commerciale;
  • rurale.

In base a questa classificazione, se l’immobile rimane nella stessa categoria, il cambio di destinazione d’uso non è significativo dal momento che il carico urbanistico dell’edificio, dopo i lavori, resta uguale; di conseguenza il permesso di costruire non è richiesto. Nel caso in cui, invece, l’immobile cambia categoria, il cambio di destinazione d’uso è significativo dal momento che determina un mutamento del carico urbanistico; di conseguenza il permesso di costruire è richiesto.

Prima di formulare la sua sentenza, il Consiglio di Stato ha analizzato anche le norme locali, “in base alle quali i locali interrati o seminterrati della zona possono solo essere destinati a garage, cantine o depositi”. Dopo aver esaminato tutti questi aspetti, il Consiglio di Stato ha espresso le sue conclusioni sostenendo che l’intenzione del proprietario era trasformare il garage in locali ad uso residenziale. Quindi, il cambio di destinazione d’uso è stato considerato abusivo, dal momento che è stato realizzato senza prima aver richiesto il permesso di costruire.

Fonte: Idealista.it

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