Nuovo taglio dei tassi BCE ad aprile, quali saranno gli effetti sui mutui?

L’organismo guidato da Lagarde ha deciso un nuovo taglio di 25 punti base

Nel clima di incertezza generale, con la crescita economica “minacciata” dai dazi imposti dal presidente Trump, la BCE ha deciso di proseguire la sua politica di riduzione del costo del denaro. Nell’ultima riunione di giovedì 17 aprile il massimo organismo monetario dell’Unione, come si aspettavano i principali analisti del settore, ha deciso un taglio dei tassi di interesse di 0,25 punti base, portandoli al 2,25%. Vediamo quali saranno gli effetti sui mutui a tasso fisso e variabile di questa nuova riduzione secondo le simulazioni di idealista/mutui.

Con questa nuova riduzione di 25 punti base, i tassi di interesse della BCE saranno fissati a partire dal 23 aprile 2025, ai seguenti valori, almeno fino al 5 giugno, data della prossima riunione della BCE.

  • Il tasso di intesse sui depositi presso la banca centrale è ridotto al 2,25%.
  • Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale è sceso al 2,4%.
  • ll tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale scende al 2,65%.
  1. Il comunicato sui tassi della BCE
  2. Il commento di idealista/mutui
  3. Come saranno i tassi dei mutui adesso: le previsioni
  4. Quando si riunirà la BCE?

Il comunicato sui tassi della BCE

Nel comunicato in cui l’organismo guidato da Christine Lagarde spiega le ragioni che hanno spinto il Consiglio direttivo ad adottare questa decisione si legge: “La decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.

Il processo disinflazionistico è ben avviato. L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare le attese dei nostri esperti; a marzo sono diminuite sia l’inflazione complessiva sia quella di fondo. Anche l’inflazione dei servizi ha segnato una marcata attenuazione negli ultimi mesi. Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo.

 La dinamica delle retribuzioni si sta moderando e i profitti stanno parzialmente assorbendo l’impatto sull’inflazione di una crescita salariale tuttora elevata. L’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta agli shock mondiali, ma le prospettive di espansione si sono deteriorate a causa delle crescenti tensioni commerciali. È probabile che la maggiore incertezza riduca la fiducia di famiglie e imprese e che la risposta avversa e volatile dei mercati alle tensioni commerciali determini un inasprimento delle condizioni di finanziamento. Tali fattori possono gravare ulteriormente sulle prospettive economiche per l’area dell’euro.

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione.

 In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

Il commento di idealista/mutui

Secondo Fabio Femiani, responsabile di idealista/mutui per l’Italia: “La Banca Centrale Europea non sembra aver cambiato la sua tabella di marcia in risposta al nuovo terremoto commerciale scatenato dai dazi annunciati da Donald Trump. Il Consiglio direttivo ha optato per un taglio dei tassi dello 0,25%, anticipando un possibile rallentamento dell’attività economica nell’Eurozona.

Nel breve periodo, la decisione è accolta positivamente da chi ha un mutuo a tasso variabile o sta pensando di accenderne uno nuovo. Tuttavia, si dovrà monitorare attentamente la reazione degli istituti di credito, che potrebbero aumentare i costi dei prestiti e irrigidire i criteri di concessione, in previsione di una possibile frenata dell’economia.

Nel medio termine resta da capire quale direzione prenderà l’inflazione: da una parte potrebbe salire a causa dell’effetto dei dazi, dall’altra potrebbe essere spinta al ribasso da un calo dei consumi”.

gli effetti sui mutui dei tagli BCE

Come saranno i tassi dei mutui adesso: le previsioni

Analizzando gli effetti del nuovo taglio dei tassi di interesse sui mutui, secondo Femiani, “Quanto ai mutui a tasso variabile – secondo Femiani – possiamo affermare che, come spesso accade, il mercato ha già anticipato e assorbito la decisione della BCE. Le rate dei mutui variabili in questi mesi sono tornate a scendere. Rispetto all’ultimo taglio, oggi per ripagare lo stesso mutuo si risparmiano oltre 40 euro.

Ovviamente il taglio di 0,25% è a valere sul tasso BCE, ma se comunque immaginassimo un abbassamento di “pari passo” anche dell’Euribor, la rata potrebbe scendere di ulteriori 30 euro circa. Paragonato allo stesso mese del 2024 i titolari del medesimo finanziamento a tasso variabile, oggi potrebbero trovarsi nelle tasche quasi 200 euro in più al mese.

Discorso inverso va fatto invece sull’IRS di lunga durata: con la discesa impetuosa dell’euribor, fisiologicamente l’indice di riferimento del tasso fisso è salito: l’IRS a 30y ha acquisito almeno 40 bp rispetto la chiusura del 2024. Non una buonissima notizia per la maggioranza degli utenti che hanno in programma di finanziare l’acquisto della propria casa con un mutuo a tasso fisso. Oggi la stessa rata risulta più cara di oltre 50 euro, che potrebbero arrivare a 60, se l’indice rintuzzasse ulteriormente al rialzo contestualmente al nuovo taglio dell’euribor (nella simulazione di idealista/mutui, abbiamo ipotizzato una lieve crescita di 7 bp)”.

Simulazione di rata per un mutuo da 200.000 euro a 30 anni

Spread 0,50% per tasso fisso e 0.75% per tasso variabile

PeriodoEuribor 1 meseSpreadRata Variabile (in euro)IRS 30 anniSpreadRata Fissa (in euro)
Gen, 20243,86%0,75%1.026,002,50%0,50%843
Mar, 20243,85%0,75%1.025,002,45%0,50%837
Apr, 20243,81%0,75%1.020,002,50%0,50%843
Giu, 20243,65%0,75%1.001,002,48%0,50%841
Lug, 20243,60%0,75%995,002,47%0,50%839
Sett, 20243,51%0,75%985,002,28%0,50%819
Ott, 2024 2,96%0,75%925,002,02%0,50%792
Dic, 20242,88%0,75%912,001,98%0,50%788
Gen, 20252,73%0,75%887,002,29%0,50%820
Apr, 20252,00%0,75%816,002,55%0,50%848

Quando si riunirà la BCE?

Le prossime riunioni della BCE, durante le quali potrà essere deciso un nuovo taglio dei tassi di interesse, sono le seguenti:

  • 5 giugno 2025
  • 24 luglio 2025
  • 11 settembre 2025
  • 30 ottobre 2025
  • 18 dicembre 2025

Fonte: Idealista.it

Proposta irrevocabile d’acquisto: cos’è e come funziona

Cos’è e come funziona la proposta irrevocabile d’acquisto: vincoli, decadenza e recesso nella compravendita immobiliare.

La proposta irrevocabile d’acquisto rappresenta un atto formale di importanza fondamentale, all’interno delle compravendite immobiliari. Tramite questo strumento giuridico, l’acquirente si assume l’impegno unilaterale di mantenere ferma l’offerta per un periodo di tempo prestabilito, pena varie conseguenze legali.
Ma come funziona la proposta irrevocabile d’acquisto e, soprattutto, quali sono i vincoli sia per l’acquirente e per il venditore? E, ancora, quando è ammessa la possibilità di recesso?

  1. Cos’è la proposta unilaterale d’acquisto
  2. Quando decade una proposta irrevocabile d’acquisto

Cos’è la proposta unilaterale d’acquisto

La proposta irrevocabile d’acquisto è un atto formale con cui un soggetto, solitamente l’acquirente di un bene, si impegna a mantenere ferma l’offerta a determinate condizioni, per un periodo di tempo prestabilito. Disciplinata dall’articolo 1329 del Codice Civile, all’interno delle compravendite immobiliari, la proposta irrevocabile d’acquisto:

  • vincola l’offerta del compratore a specifiche condizioni;
  • ha una durata temporale prestabilita;
  • non può essere revocata prima della scadenza concordata.

Mentre l’acquirente è vincolato alla proposta presentata per l’acquisto dell’immobile, il venditore non è soggetto a particolari limitazioni prima di accettarla. Ad esempio, può decidere di vendere l’immobile a terzi, sempre prima dell’accettazione ed entro la scadenza concordata: l’impegno è infatti unilaterale, ovvero riguarda solamente il compratore. Tuttavia, una volta convalidata la proposta, si forma un contratto preliminare di compravendita che vincola entrambe le parti.

Come funziona la proposta unilaterale d’acquisto

Dopo aver definito cosa sia la proposta unilaterale d’acquisto, è utile apprenderne le caratteristiche e, fatto non meno importante, il funzionamento. In genere, l’acquirente ricorre a questo atto formale per testimoniare la serietà del proprio interesse nel concludere la compravendita. Dimostrando di essere disposto a sottoporsi a precisi vincoli, tali da non permettere la revoca della proposta presentata, il compratore può rassicurare la controparte sulle proprie intenzioni.

Accordo di proposta irrevocabile d'acquisto

Pexels

Tipicamente stilata in forma scritta, questa proposta d’acquisto si caratterizza per alcuni elementi essenziali:

  • i dati anagrafici delle parti;
  • l’eventuale presenza di intermediari, come un’agenzia immobiliare;
  • l’identificazione dell’immobile, riportandone nel documento l’ubicazione e i dati catastali;
  • il prezzo offerto per la compravendita;
  • il termine entro cui la proposta rimane valida;
  • le modalità di pagamento, come ad esempio l’impegno a coprire il prezzo tramite mutuo bancario, da perfezionarsi entro la firma del contratto definitivo;
  • le eventuali condizioni accessorie, quali una caparra a titolo di anticipo, se richiesta dalle parti.

Il processo ha inizio quando l’acquirente sottopone la proposta irrevocabile al venditore, in autonomia oppure approfittando del tramite dell’agenzia immobiliare. A questo punto, la controparte:

  • può accettare la proposta entro la scadenza prevista, in questo caso l’offerta stessa si trasformerà in un contratto preliminare di compravendita;
  • può rifiutare o non rispondere, facendo quindi decadere l’offerta, senza ulteriori obblighi per l’acquirente.

In merito al contratto preliminare di compravendita, è certamente utile specificare la differenza con la stessa proposta irrevocabile d’acquisto:

  • la proposta irrevocabile è unilaterale, così come già spiegato, perciò vincola solamente l’acquirente, entro le tempistiche e le condizioni sottoscritte;
  • il preliminare di compravendita è bilaterale, ovvero obbliga entrambe le parti a concludere la compravendita.

Ancora, è bene ribadire che, per evitare controversie o contenziosi, il documento dovrebbe sempre riportare esplicitamente la natura irrevocabile dell’offerta.

Quando decade una proposta irrevocabile d’acquisto

Come già accennato nei precedenti paragrafi, la proposta irrevocabile d’acquisto ha una validità temporale prestabilita, in base alla scadenza indicata nell’atto. Di conseguenza, se il venditore non dovesse accettarla entro i termini, quest’ultima decadrà automaticamente. Tuttavia, vi sono altre condizioni che possono determinare la decadenza della proposta d’acquisto. In particolare:

  • quando il venditore rifiuta esplicitamente la proposta. L’acquirente sarà immediatamente libero da ogni vincolo, anche prima della scadenza pattuita;
  • in caso di estinzione della proposta irrevocabile d’acquisto per inadempimento, ovvero per mancato rispetto degli accordi pattuiti;
  • per morte del proponente, qualora la proposta sia strettamente personale e non trasmissibile agli eredi, o in presenza di una specifica previsione contrattuale che ne disponga la decadenza;
  • in caso di incapacità del proponente, qualora presente al momento della proposta e la renda annullabile per incapacità naturale, secondo l’articolo 428 del Codice Civile, o se una sopravvenuta incapacità sia accompagnata da una previsione contrattuale che ne determini la decadenza.

I casi di inadempimento

Si è visto che una delle situazioni che può portare alla decadenza della proposta irrevocabile d’acquisto è l’inadempimento da parte dell’acquirente o del venditore. Ma cosa si intende, più precisamente?

La prima evenienza è quella di una proposta d’acquisto non rispettata dall’acquirente, ovvero del ritiro illegittimo da parte del compratore. Ciò accade quando lo stesso acquirente, non rispettando l’irrevocabilità prevista dall’articolo 1329 del Codice Civile, si svincola dall’offerta prima della scadenza o, ancora, elude gli obblighi assunti con la trasformazione della proposta nel preliminare di compravendita. Una simile situazione può causare:

  • la perdita della caparra confirmatoria, in base all’articolo 1385 del Codice Civile, che il venditore può trattenere come risarcimento per il danno subito;
  • la richiesta di risarcimento dei danni da parte del venditore, quando la proposta irrevocabile d’acquisto è senza caparra o se il danno eccede il suo importo;
  • la possibilità per il venditore di agire legalmente per danni, anche se l’esecuzione forzata è praticabile solo dopo l’accettazione e la formazione del preliminare.
Risarcimento per la proposta irrevocabile d'acquisto

Per contro, vi può essere un rifiuto non giustificato da parte del venditore: si verifica quando quest’ultimo, dopo aver accettato la proposta trasformandola in un preliminare, si sottrae alla compravendita senza giustificato motivo. Prima dell’accettazione, invece, il venditore è libero di rifiutare senza conseguenze. L’inadempimento al preliminare può comportare:

  • la restituzione della caparra, sempre in base all’articolo 1385 del Codice Civile, di importo doppio rispetto a quanto versato;
  • il risarcimento dei danni subiti dall’acquirente, come ad esempio il pagamento delle spese di perizia e mutuo, purché documentate;
  • l’esecuzione forzata del contratto preliminare, in base all’articolo 2932 del Codice Civile, che impone al venditore di trasferire comunque il bene.

Come facile intuire, si tratta di questioni anche particolarmente complesse da dimostrare, pertanto il supporto di un esperto legale è irrinunciabile.

Qual è il periodo di recesso per una proposta irrevocabile d’acquisto

Sul tema delle proposte irrevocabili d’acquisto, un dubbio frequente è relativo all’eventuale esistenza di un periodo in cui il recesso è ammesso anche per il compratore, prima della scadenza del termine concordato.

In realtà, come più volte ribadito, l’articolo 1329 del Codice Civile esclude la possibilità di un recesso ordinario per l’acquirente, poiché qualsiasi tentativo di svincolarsi prima della scadenza è inefficace. Tuttavia, possono sussistere alcune eccezioni, da valutare caso per caso. Ad esempio, il compratore può recedere anticipatamente:

  • se le clausole condizionali della proposta non possono essere garantite. Ad esempio, se l’offerta è subordinata a una condizione sospensiva, come l’effettiva approvazione del mutuo, l’acquirente potrà recedere prima della scadenza qualora la banca non dovesse approvare il finanziamento;
  • per errore o dolo, come l’emersione di un vizio dell’immobile – si pensi a un abuso edilizio, non noto al momento della presentazione dell’offerta – o un tentativo di inganno o raggiro da parte del venditore;
  • per decisione delle parti che, di comune accordo, decidono di sciogliere la proposta prima della scadenza stabilita.

Anche in questi casi, è sempre indicato affidarsi alla competenza di un esperto legale, affinché si possa correttamente valutare la sussistenza delle eccezioni ammesse, anche con la raccolta della dovuta documentazione.

Fonte: Idealista.it

Il peso dell’inflazione di marzo 2025 sui rinnovi annuali d’affitto: i canoni per città

L’Istat ha diffuso i dati relativi all’inflazione di marzo 2025, che fanno emergere un +1,9% su base annua per quanto riguarda l’indice dei prezzi al consumo. Spostando lo sguardo all’indice FOI, invece, l’aumento è dell’1,7% rispetto alle rilevazioni di marzo 2024. 

Proprio quest’ultimo avrà un impatto tangibile sul portafoglio degli inquilini che dovranno fare i conti con il rinnovo annuale dell’affitto, per i quali scatterà un aumento del canone di locazione. In Italia, in media, si pagheranno circa 14 euro in più al mese (e 168 euro all’anno). Scopriamo quanto aumentano gli affitti a seconda della città di residenza.

L’aumento dell’inflazione incide significativamente sulle finanze delle famiglie italiane, soprattutto su quelle che hanno l’adeguamento annuale del canone di locazione (per i contratti 4+4). Gli aumenti più consistenti si registrano a Milano, dove gli affitti mensili aumenteranno di circa 34 euro al mese rispetto allo stesso periodo del 2024. Per gli inquilini romani, invece, l’incremento mensile sarà di circa 20 euro.

È lo scenario che emerge da un’analisi di idealista, portale leader per sviluppo tecnologico in Italia, che ha calcolato quanto inciderà l’aumento dell’inflazione sull’adeguamento dei contratti di locazione di un trilocale in base all’Indice dei prezzi al consumo aggiornato e pubblicato dall’Istat. L’aumento dell’inflazione incide direttamente sui contratti di locazione legati all’indice FOI, ovvero quelli che prevedono la formula di durata 4+4.

Quanto aumentano gli affitti nei capoluoghi italiani con l’inflazione

I dati sono eleborati sulla media dei canoni di locazione di un trilocale rivalutati con l’indice FOI di marzo 2025

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CapoluogoCanone aggiornato (€/mese)Aggiornamento FOI 1,7% (€/mese)Canone mediano di un trilocale a marzo ’24 (€/mese)
Milano2.034342.000
Firenze1.627271.600
Como1.500251.475
Venezia1.322221.300
Bolzano-Bozen1.220201.200
Roma1.220201.200
Bologna1.119191.100
Monza1.119191.100
Napoli1.119191.100
Padova1.119191.100
Bergamo1.093181.075
Belluno1.068181.050
Olbia1.017171.000
Parma1.017171.000
Brescia96616950
Cagliari96616950
Salerno96616950
Varese96616950
Lecco91515900
Modena91515900

Fonte: Istat – idealista/dataScaricare i datiCreato con Datawrapper

Il report si concentra sull’analisi della media dei canoni di locazione richiesti negli annunci di trilocali in affitto pubblicati su idealista. Il taglio immobiliare analizzato dallo studio è stato individuato in quanto risulta essere quello più richiesto dalle famiglie, la categoria su cui l’aumento dell’inflazione pesa maggiormente.

In Italia, l’affitto per una casa con tre locali, secondo quanto rilevato a marzo 2024, era di 800 euro al mese. Con l’adeguamento annuale calcolato con l’indice di inflazione FOI di marzo 2025, gli inquilini che dovranno fare i conti con il rinnovo del canone dovranno pagare circa 14 euro in più al mese in media (168 euro all’anno). 

A seconda della città analizzate (il report si è concentrato esclusivamente sui capoluoghi e non sulle province per via di una base dati molto più consistente) la situazione può cambiare sensibilmente. A Milano ci sono gli inquilini che subiranno gli aumenti più evidenti dei canoni di locazione (+34 euro al mese e 408 euro in più all’anno). Un dato quasi scontato, visto che il capoluogo lombardo, da tantissimo tempo, rappresenta anche la città con la media degli affitti più cara d’Italia.

Aumentano di circa 27 euro al mese (324 euro all’anno) gli affitti per gli inquilini che hanno il rinnovo annuale del canone di locazione residenti a Firenze. Aumenti di circa 25 euro mensili (300 euro annui) per chi vive a Como e 22 euro al mese per gli inquilini di Venezia (264 euro all’anno). Mentre il rialzo si attesta intorno ai 20 euro mensili per i canoni di locazione a Roma e Bolzano (240 euro all’anno in media).

A Bologna l’aumento del canone mensile sarà di 19 euro al mese (come a Napoli, Padova e Monza), mentre a Cagliari di 16 euro mensili. Più in generale, gli impatti minori sugli aumenti dei canoni d’affitto (non oltre i 7 euro mensili) si rilevano a Vibo Valentia, Asti, Biella e Caltanissetta.

Fonte: Idealista.it

Decreto bollette 2025, le novità del testo approvato dalla Camera

La legge di conversione del decreto Energia, più conosciuto come decreto bollette 2025, ha ottenuto la fiducia dalla Camera e adesso approda in Senato per l’approvazione definitiva entro il 29 aprile. Ma vediamo quali sono le novità del testoche riguardano oltre al bonus bollette, anche il pignoramento delle case dei soggetti vulnerabili, il bonus elettrodomestici o il fringe benefit per le auto aziendali.

  1. Cosa prevede il decreto bollette per l’anno 2025?
  2. Quali sono i requisiti per ottenere il bonus bollette 2025?
  3. Decreto bollette 2025, no al pignoramento per i vulnerabili
  4. Decreto bollette bonus elettrodomestici 
  5. Auto aziendali fuori dalla tassazione dei fringe benefit
  6. Le altre misure per le aziende
  7. Contributo  a fondo perduto per le piscine

Cosa prevede il decreto bollette per l’anno 2025?

Il decreto bollette 2025 approvato a febbraio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 28 febbraio ed entrato in vigore il 1º marzo 2025. Successivamente il decreto è passato in Parlamento per la sua conversione in legge.

Il testo approvato dalla Camera prevede oltre a un contributo bollette per i clienti domestici con ISEE fino a 25.000 euro, anche novità che riguardano le polizze anticalamità, il fringe benefit per le auto aziendali o la protezione per i soggetti vulnerabili con lo stop al pignoramento degli immobili per debiti fino a 5000 euro.

Se il testo originale si componeva, infatti di sette articoli, sono stati approvati altri 13 articoli aggiuntivi.

Quali sono i requisiti per ottenere il bonus bollette 2025?

Tra le principali misure contenute nel provvedimento, c’è un contributo straordinario di 200 euro sulle forniture di energia elettrica per i clienti con ISEE fino a 25.000 euro. Il contributo va ad aggiungersi al bonus bollette già esistente e rivolto a clienti con ISEE fino a 9530 eurocon Isee fino a 9.530 euro, 15.000 euro con tre figli, 20.000 euro in caso di più di tre figli.

Il contributo straordinario del valore di 200 euro sulle forniture di energia elettrica dei clienti domestici con valori Isee fino a 25.000 euro sarà riconosciuto nel secondo trimestre 2025 a chi ha già presentato l’Isee e nel primo trimestre utile in caso di nuova presentazione.

Decreto bollette 2025, no al pignoramento per i vulnerabili

Un emendamento a firma della Lega approvato dalla Camera prevede lo stop al pignoramento degli immobili dei soggetti vulnerabili che abbiano contratto debiti per bollette condominiali non pagate fino a 5000 euro.

Inoltre viene previsto un sistema di tutele graduali per i soggetti vulnerabili che verranno inseriti in un mercato controllato, e non in quello libero, anche alla cessazione del servizio il 31 marzo 2027.

Decreto bollette bonus elettrodomestici 

Per quanto riguarda il bonus elettrodomestici, viene introdotto la possibilità di usufruirne mediante sconto in fattura, mentre viene eliminato il click day. Inoltre viene eliminata la soglia energetica minima (B).

Il contributo copre fino al 30% del costo, con un limite massimo di 100 euro per ogni elettrodomestico. Il limite viene elevato a 200 euro per le famiglie con un ISEE inferiore a 25.000 euro.

Auto aziendali fuori dalla tassazione dei fringe benefit

Viene introdotta una salvaguardia per le auto aziendali. I veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e concessi in uso promiscuo dal 1º gennaio 2025 al 30 giugno 2025 saranno esclusi dal sistema di tassazione dei fringe benefit che è stato introdotto dalla legge di bilancio.

Le altre misure per le aziende

Vengono introdotte altre misure per la riduzione del costo dell’energia per le aziende. Infatti, vengono destinati per il 2025, 600 milinoi di euro per il finanziamento del Fondo per la transazione energetica nel settore industriale. Ma non solo, viene prevista un’agevolazione per la fornitura di energia elettrica per i clienti non domestici in bassa tensione con potenza disponibile superiore a 16,5 kW.

Contributo  a fondo perduto per le piscine

Viene istituito un contributo di 10 milioni di euro a fondo perduto per le piscine “energivore” gestite da associazioni e società sportive iscritte nel registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche

Fonte: Idealista.it