Lo studio congiunto della Uil Servizio lavoro, coesione e territorio e Uniat
Quanto costa in media affittare casa nel 2024? Oltre 6000 euro annui, all’incirca 530 euro al mese, pari al 17,7% del reddito lordo familiare. Ma se si passa alle grandi città, il canone ascende anche aii 2000 euro al mese per un appartamento di 100m2. A dirlo è un’analisi congiunta della UIL Servizio lavoro, coesione e territorio e Uniat, sui dati dell’Agenzia delle Entrate.
Secondo lo studio UIl, oltre 3,8 milioni di famiglie vivono in una casa in affitto, soprattutto nelle zone del centro nord. Il 56,7% dei locatari ha un reddito da lavoro dipendente; l’11% ha un reddito da pensione; il 10,9% ha un reddito autonomo e il 21,4% altri redditi. Il 22,9% ha un’età compresa tra i 51 e i 70 anni; l’8,1% oltre i 70 anni di età.
Quanto pesa il canone di affitto
Il canone di affitto pesa per circa il 17,7% sul reddito lordo familiare. Si tratta di un canone medio di 6.372 euro medi annui, circa 531 euro al mese. Per calcolare il canone medio mensile è stata calcolata la media nazionale dei m2 della abitazioni per la media nazionale del canone di locazione mensile per m2 (sulla base dei contratti depositati presso l’Agenzia delle Entrate).
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Il canone di locazione nelle grandi città
Il canone mensile di locazione ha un peso diverso se si pensa alle grandi città, con affitti che possono arrivare anche ai duemila euro mensili. Per una casa di 100 mq, in zona semiperiferica, a Milano il canone di a3itto è di 1.920 euro medi mensili e incide per il 64% sul budget familiare; a Roma per una casa con le medesime caratteristiche sono necessari 1.620 euro mensili, che incidono per il 54% sul budget familiare; a Bolzano un affiitto medio costa 1.300 euro mensili; a Bologna 1.030 euro; a Venezia 1.000 euro.
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“I dati dei canoni di locazione – commentano la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, e il presidente dell’Uniat, Pietro Pellegrini – risentono anche, soprattutto nelle grandi città, della concorrenza degli affitti brevi e degli affitti agli studenti e alle studentesse fuori sede. Il tema della casa deve tornare ad essere centrale nell’agenda politica del Paese”.
“Purtroppo, però – affermano Ivana Veronese e Pietro Pellegrini – il Piano strutturale di bilancio dimentica completamente questo tema. Nel documento che il governo si appresta a inviare a Bruxelles, non ci sono indicazioni per contrastare le emergenze abitative, anche a fronte dei 40 mila sfratti emessi nell’ultimo anno e delle 74 mila richieste di esecuzione”
Per garantire il diritto alla casa crediamo che vada rimpinguato adeguatemene il Fondo per il sostegno agli affitti, che può contare su una dotazione di 6 milioni di euro. Con la partecipazione delle parti sociali – proseguono Veronese e Pellegrini – occorre approntare un vero piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica, con un finanziamento adeguato, e a3rontare senza ideologie il tema degli affitti brevi, che dopano il mercato delle locazioni.
Parallelamente va trattato, già nella prossima legge di bilancio, il tema dell’emergenza alloggi universitari dal momento che i dati della nostra analisi mettono in evidenza che i giovani fino a 30 anni pagano afitti mediamente più alti delle altre fasce di età.
Vanno stanziate risorse aggiuntive per borse di studio e sostegni per gli a3itti agli studenti fuori sede e, contestualmente, occorre aumentare le detrazioni Irpef, attualmente previste nella cifra di 2.633 euro, per gli a3itti pagati dagli studenti fuori sede.
Fonte: Idealista.it