Conosciuta come DiRi, sostituisce in qualche specifico caso la dichiarazione di conformità
La dichiarazione di rispondenza sostituisce la dichiarazione di conformità quando questa sia stata smarrita o mai prodotta: riguarda però esclusivamente impianti installati tra il 13 marzo 1990 ed il 27 marzo 2008. Conosciuto più comunemente come DiRi, questo documento serve a certificare l’idoneità dell’impianto in base alla normativa vigente all’epoca della costruzione.
- Chi può fare la dichiarazione rispondenza di un impianto energetico?
- Quanto dura la dichiarazione di rispondenza?
- Il costo di una dichiarazione di rispondenza
- Dichiarazione di rispondenza prima del 1990 e dopo il 2008
Chi può fare la dichiarazione rispondenza di un impianto energetico?
Per rilasciare il rilascio della dichiarazione di rispondenza e è necessario l’intervento di un tecnico abilitato o di un professionista iscritto ad un ordine professionale (per esempio un ingegnere) e con almeno cinque anni di esperienza nel settore impiantistico.
Il tecnico sarà legalmente responsabile di ciò che dichiarerà nella certificazione dopo il sopralluogo visivo ed il controllo tecnico sull’impianto. La DiRi deve essere redatta in più copie, una delle quali consegnata al committente, l’altra trattenuta dal professionista e l’ultima consegnata dall’impresa in Comune.
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Va detto però che la dichiarazione di rispondenza va fatta solo in questi casi specifici. Questi:
- su impianti installati tra il 13 marzo 1990 ed il 26 marzo 2008
- se la dichiarazione di conformità è inesistente oppure è irreperibile;
- se c’è bisogno di attivare una nuova fornitura di energia elettrica o se viene richiesto un aumento di potenza della fornitura di energia elettrica per gli impianti che non hanno dichiarazione di conformità.
La mancata presentazione della DiRi espone al rischio di sanzioni, ma soprattutto rappresenta un pericolo per la sicurezza delle persone e dell’edificio.
Quanto dura la dichiarazione di rispondenza?
La dichiarazione di rispondenza non scade, quindi resterà valida fino ad un nuovo intervento che apporti modifiche all’impianto. In caso di smarrimento è comunque sempre possibile contattare l’impresa installatrice per farsi consegnare una copia: altrimenti l’unica soluzione possibile è chiedere l’accesso agli atti nel settore ambiente del Comune di residenza.
Su quali impianti va prodotta la dichiarazione di rispondenza? Non solo su quello elettrico. Schematicamente potremmo indicare questi:
- produzione, trasformazione, trasporto, distribuzione, utilizzazione dell’energia elettrica, impianti di protezione contro le scariche atmosferiche
- automazione di porte, cancelli e barriere
- radiotelevisivi
- riscaldamento, di climatizzazione, di condizionamento e di refrigerazione di qualsiasi natura o specie
- idrici e sanitari di qualsiasi natura o specie
- distribuzione e l’utilizzazione di gas di qualsiasi tipo
- sollevamento di persone o di cose per mezzo di ascensori, di montacarichi, di scale mobili
- protezione antincendio.
Il costo di una dichiarazione di rispondenza
Ci sono molte variabili per determinare il costo della dichiarazione di rispondenza, come la dimensione dell’abitazione, il tipo di impianto da verificare oppure il costo aggiuntivo degli eventuali interventi richiesti dal tecnico dopo la verifica. Mediamente si calcola comunque un costo di 500 euro.
La preparazione della dichiarazione si articola in due momenti:
- Il primo si chiama “Conferma Ordine Verifica” e riguarda fondamentalmente la parte tecnica, con la verifica dell’impianto e l’individuazione di tutti i dati da comprendere nel documento.
- Il secondo si chiama “Conferma Ordine Dichiarazione” e riguarda la redazione della dichiarazione.
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Dichiarazione di rispondenza prima del 1990 e dopo il 2008
Per gli impianti realizzati prima del 1990 non esiste l’obbligo della dichiarazione di rispondenza. Bisogna però che rispettino la vigenti normative europee. Quelli realizzati tra il 1990 ed il 2008 devono presentare la dichiarazione di conformità e, solo in assenza di questa, la DiRi. Tutti gli impianti realizzati dopo il 27 marzo 2008 devono invece avere la dichiarazione di conformità.
Questo perché le leggi che regolano la sicurezza degli impianti sono del 1990 (legge 46/1990, che ha introdotto l’obbligo di conformità) e del 2008 (il DM 37/2008, quando il legislatore ha varato, ampliando il quadro normativo in materia di certificazioni degli impianti elettrici, la dichiarazione di rispondenza).
Fonte: Idealista.it