Riforma bonus edilizi 2024, agevolazioni fiscali suddivise in 10 anni e aliquote differenziate

Il governo ha annunciato la riforma dei bonus edilizi nel 2024 con l’attuazione della delega fiscale. A parlarne è stato la scorsa settimana il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, nel corso dell’audizione sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia di fronte alla commissione Ambiente della Camera. L’obiettivo è arrivare a una durata almeno decennale “per rispondere agli sfidanti obiettivi previsti per il settore residenziale” e considerare aliquote differenziate.

Riforma bonus casa, le linee d’azione

Nel dettaglio, nel corso dell’audizione sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia, il ministro dell’Ambiente ha detto: “La riforma dovrà avere una durata almeno decennale per rispondere agli sfidanti obiettivi previsti per il settore residenziale”. E ha sottolineato che tale riforma “dovrà essere indirizzata prevalentemente alle unità immobiliari soggette all’obbligo della direttiva case green; garantire aliquote distribuite in un massimo di 10 anni; ammettere interventi sia singolisia di riqualificazione energetica profonda; garantire i benefici secondo una aliquota ridotta per interventi singoli e, per gli interventi di riqualificazione energetica profondapoche aliquote crescenti in funzione della performance energetica raggiunta, tenendo anche conto delle performance sismiche per le aree ad alto rischio; garantire costi massimi specifici omnicomprensivi sia per singoli interventi, sia per interventi di riqualificazione energetica profonda, di semplice verifica e univoci per l’intero territorio nazionale”.

La riforma, inoltre, dovrà essere affiancata “da strumenti finanziari di supporto, ad esempio finanziamenti a tasso agevolato, anche a copertura totale dei costi di investimento, e cessione del credito, con condizioni di favore per le persone in condizioni di povertà energetica”. Pichetto Fratin ha dunque spiegato: “È chiaro che la prospettiva appena delineata deve essere affiancata da un quadro di incentivi edilizi stabili nel tempo e che dobbiamo definire nell’attuazione della delega fiscale”.

La riforma dei bonus edilizi 2024 è stata anticipata dal governo nella bozza del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), inviata alla Commissione europea a giugno 2023. In particolare, la bozza del Pniec “prevede l’attuazione di una riforma generale delle detrazioni, che affronti con un approccio integrato ed efficiente le opere di riqualificazione degli edifici residenziali esistenti e superi l’attuale frammentazione delle varie detrazioni ad oggi attive”. Questa riforma dei bonus casa prevederà “diverse aliquote di detrazione, in funzione delle performance generali raggiunte dall’edificio, da ottenere attraverso interventi con vari livelli di priorità”, e dovrà avere “una durata almeno decennale per rispondere agli sfidanti obiettivi previsti per il settore residenziale”.

Direttiva case green in Italia, l’opinione del ministro dell’Ambiente

In occasione dell’audizione sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia, il ministro dell’Ambiente ha parlato anche della direttiva europea sulle case green, che giovedì 12 ottobre ha visto riunirsi nuovamente Parlamento, Commissione e Consiglio Ue. Secondo quanto affermato da Pichetto Fratin, l’obiettivo di rendere gli edifici esistenti a emissioni zero entro il 2050 non è raggiungibile allo stato in Italia. E ha spiegato: “Nell’ambito dei triloghi come Italia stiamo rimarcando la peculiarità del contesto italiano. Noi abbiamo un patrimonio particolare con 31 milioni di fabbricati, di cui 21 milioni oltre la classe D. Un patrimonio diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane”. Secondo il ministro, “individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità economica è un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, per come delineati ad oggi, non sono raggiungibili per il nostro Paese”.

Fonte: Idealista.it

L’acquisto di una casa dall’impresa costruttrice spiegato dal notaio

Comprare casa dal costruttore può avere dei vantaggi ma presuppone anche dei rischi specifici. Per scoprire quali sono le caratteristiche specifiche di questa tipologia di compravendita, idealista/news, per la rubrica di approfondimento “La casa in pillole”, ha raccolto il parere di un’esperta in materia: Giovanna dell’Erba, notaia della Commissione Comunicazione del Notariato. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’acquisto di un immobile dall’impresa costruttrice.

Le caratteristiche dell’acquisto di casa dal costruttore

Capita spesso di acquistare la propria abitazione direttamente dall’impresa costruttrice e quindi potremmo trovarci ad acquistare un’immobile che non è stato ancora affatto costruito, che completamente da edificare oppure un immobile in corso di costruzione.

Questo tipo di operazione presenta sicuramente dei vantaggi anche sotto il profilo economico, ma bisogna anche sapere che quando si acquista un immobile da un’impresa ci sono dei rischi che impongono di rispettare la normativa a tutela degli acquirenti di immobili da costruire.

Il legislatore, infatti, si preoccupa del rischio principale che può generarsi a carico di chi decide di acquistare un immobile in corso di costruzione o non ancora costruito.

Il rischio, in sostanza, è quello di anticipare delle somme di denaro, pagando già una parte del prezzo all’impresa costruttrice, con il rischio, appunto, che poi per qualche motivo i lavori non vengano completati. Per questa ragione, fin dal momento della conclusione del contratto preliminare, bisognerà rivolgersi al notaio.

Come comprare casa dal costruttore

Dal 2019, è obbligatorio concludere i contratti preliminari aventi ad oggetto immobili in corso di costruzione. Con atto notarile sarà quindi il notaio ad assicurarsi che tutta la normativa venga rispettata e che quindi il contenuto del contratto sia perfettamente aderente e rispetti la normativa a tutela degli acquirenti di immobili da costruire.

Ma è fatto obbligo in questa occasione all’imprenditore, quindi al venditore, di consegnare una fideiussione in favore dell’acquirente che garantisca il rimborso di tutte quelle somme che sono state già versate dall’acquirente prima che si completi il trasferimento della proprietà e quindi, sostanzialmente prima del contratto definitivo di compravendita.

Al momento della stipula del contratto definitivo, il venditore dovrà consegnare all’acquirente una polizza assicurativa a garanzia dei danni derivanti dalla rovina totale o parziale dell’immobile.

Sul tema dell’acquisto dell’immobile in corso di costruzione è disponibile una guida scaricabile sul sito www.notariato.it, elaborata dal Consiglio Nazionale del Notariato e le principali associazioni dei consumatori.

Fonte: Idealista.it

Il miglior mutuo liquidità di oggi 04 ottobre 2023

Il mutuo può non servire solo per acquistare una casa: si può infatti avere necessità di un finanziamento anche per altre finalità. Ma anche in questo caso si potrebbe dover utilizzare un immobile come garanzia per l’ottenimento del mutuo. Parliamo del mutuo liquidità, una tipologia di mutuo che consente ai clienti di ottenere un prestito garantito dall’ipoteca sulla propria casa o immobile di proprietà, al fine di ottenere liquidità immediata da utilizzare come si vuole. Scopriamo qual è il miglior mutuo liquidità disponibile in banca oggi, 4 ottobre 2023.

  1. Mutuo liquidità: come funziona?
  2. Tassi di interesse dei mutui di oggi, 4 ottobre 2023
  3. Il miglior mutuo liquidità di oggi, 4 ottobre 2023
  4. Calcola la rata del tuo mutuo

Mutuo liquidità: come funziona?

A differenza di altri tipi di mutui, il mutuo liquidità non è specificamente finalizzato all’acquisto di un’abitazione o di un immobile, ma piuttosto all’ottenimento di una somma di denaro per scopi diversi. I motivi per cui si richiede un mutuo liquiditàpossono essere molteplici, ad esempio:

  1. Consolidamento dei debiti: permette di riunire più prestiti in un unico mutuo con una rata mensile più gestibile.
  2. Realizzazione di progetti personali: come ristrutturazioni, arredamenti, acquisto di auto, viaggi o altri investimenti personali.
  3. Copertura di spese impreviste: ad esempio, spese mediche, pagamenti urgenti o altre emergenze finanziarie.

Tassi di interesse dei mutui di oggi, 4 ottobre 2023

Qual è il tasso del mutuo oggi? Rispetto al 26 settembre, i tassi dei mutui di oggi 4 ottobre 2023 mostrano aumenti su tutte le tipologie di tasso e su tutte le scadenze, più pronunciati per quanto riguarda i tassi fissi con scadenza superiore ai 10 anni. Nel dettaglio:

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Il miglior mutuo liquidità di oggi, 4 ottobre 2023

Qual è la banca che offre il miglior mutuo per liquidità oggi? Secondo la simulazione di un mutuo liquidità a tasso fisso richiesto da un impiegato di 45 anni milanese con reddito da 2600 euro mensili, per un importo di 75 mila euro su un valore immobile di 150 mila euro e durata ventennale il miglior mutuo per liquidità è il seguente:

Mutuo Liquidità Bnl: Mutuo spensierato, Tan 4,60%, Taeg 4,97%, rata mensile 478 euro, spese di istruttoria 938 euro, spese di perizia 300 euro.

Calcola la rata del tuo mutuo

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Fonte: Idealista.it

Bagno in resina: vantaggi e svantaggi di questa soluzione

Optare per un bagno in resina è estremamente vantaggioso per via dell’alta resistenza e versatilità di questo materiale

Sebbene, in passato, la resina fosse principalmente impiegata per coprire superfici in ambienti industriali o di uso pubblico, di recente questa si è affermata con grande successo nel campo dell’interior design, specialmente nei contesti caratterizzati da uno stile moderno e minimalista. Oggigiorno, infatti, questo materiale di rivestimento rappresenta una delle soluzioni più gettonate quando si tratta di realizzare i bagni delle abitazioni private.

Tra i principali motivi che spingono i proprietari ad optare per il bagno in resina spiccano senz’altro l’estetica pulita e contemporanea del materiale, la sua versatilità, ma anche le innumerevoli possibilità di personalizzazione che offre in termini di colori e finiture. In questo articolo cercheremo di fare chiarezza sui costi, i vantaggi e gli svantaggi del rivestimento del bagno in resina passando, infine, per le idee più innovative per la realizzazione di spazi contemporanei e funzionali.

  1. Resine per bagno: tipologie e peculiarità 
  2. Bagni in resina: i pro e i contro
    1. Pro 
    2. Contro
  3. Come fare un bagno in resina? Alcune idee
  4. Potrebbe anche interessarti
    1. Quanto costa il rivestimento in resina al m2?
    2. Quanto dura un bagno in resina? 

Resine per bagno: tipologie e peculiarità 

La resina sintetica, una miscela di leganti sintetici e particelle inerti speciali, viene spesso utilizzata nell’ambito dell’edilizia e dell’arredamento degli spazi interni. La ragione di questa scelta è da ricercare nella versatilità del materiale, qualità che permette di personalizzare i rivestimenti rispetto alle esigenze d’uso e al contesto di applicazione. In questo caso si tratta di un materiale, caratterizzato da notevole flessibilità e alta viscosità, che si solidifica non appena viene esposto a temperature fredde o calde. Al momento sul mercato, sono disponibili tre tipologie di resina per bagni, ovvero:

  • resina cementizia: grazie alla sua composizione in cemento e additivi a base di resina, questa tipologia riesce a resistere agli oli, all’umidità e agli urti, diventando la scelta ideale per la realizzazione dei pavimenti;
  • resina epossidica: questo materiale può essere adoperato non solo per la pavimentazione, ma anche per la realizzazione di rivestimenti per pareti. Disponibile anche in una variante auto-livellante che consente un’applicazione uniforme sulle superfici, questo tipo di resina spicca per la sua notevole resistenza meccanica e termica;
  • resina acrilica: si tratta di una variante che può essere abbinata ai rivestimenti in cuoio, metallo e tessuto ma anche a diverse superfici murarie, compresi terrazzi, tetti e strutture in calcestruzzo. Disponibile in forma liquida, questa tipologia di resina può essere applicata più rapidamente rispetto alle altre varianti.

Naturalmente, è sempre bene affidarsi a figure esperte per individuare la tipologia di resina per bagno migliore in base alla superficie che si intende rivestire.

bagno in resina

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Bagni in resina: i pro e i contro

bagni resinati vengono scelti spesso per la realizzazione degli spazi interni delle strutture ricettive. Tuttavia, si tratta di una tendenza apprezzata anche per i rivestimenti delle residenze domestiche. Per questo motivo, è bene approfondire tutti i vantaggi e gli svantaggi correlati a questa soluzione d’arredo per interni.

Pro 

Tra gli aspetti positivi e convenienti della realizzazione di un bagno con resina spiccano:

  • resistenza all’acqua e all’umidità: la resina è un materiale che permette di realizzare rivestimenti impermeabili, idrorepellenti e resistenti alle muffe, il che la rende ideale per per la realizzazione di cabine doccia, vasche da bagno, piccole spa, ma anche spazi di servizio come la lavanderia. Inoltre, la resina permette di dire addio ai segni di deterioramento dovuti all’esposizione degli spazi all’umidità, al vapore e alla condensa;
  • estrema flessibilità: gli effetti materici e le sfumature cromatiche della resina la rendono altamente personalizzabile e adattabile ad una varietà di stili di design d’interni;
  • manutenzione senza sforzi: grazie all’assenza di fughe, le superfici in resina risultano essere estremamente facili da pulire adoperando della semplice acqua e dei detergenti delicati;
  • semplicità della posa: il materiale può essere applicato direttamente sul pavimento preesistente, senza necessità di apportare modifiche agli infissi o alle porte.

Infine, l’ultimo vantaggio è rappresentato dai costi accessibili. La resina rappresenta, infatti, un’opzione conveniente, soprattutto nel caso di una ristrutturazione, dal momento che consente di risparmiare sulla rimozione del vecchio rivestimento. Tuttavia, per la realizzazione di un bagno in resina il costo può variare molto in base alla tipologia di resina scelta.

Contro

Tra gli svantaggi dei bagni in resina figurano:

  • cambiamenti cromatici: l’esposizione ai raggi UV può causare l’ingiallimento della resina. Per evitare questo problema è bene utilizzare prodotti per la pulizia progettati specificatamente per questo materiale, oppure optare per resine cementizie che riescono a mantenere la loro integrità cromatica nel tempo;
  • suscettibilità a piccole rotture: con il passare del tempo, la resina potrebbe sviluppare piccole crepe e graffi, specialmente in seguito a impatti accidentali di oggetti pesanti;
  • costo elevato di alcune varianti: le resine autolivellanti, ad esempio, presentano costi più elevati rispetto alle altre varianti.

Infine, bisogna tenere in considerazione la possibile tossicità di alcuni tipi di resina che potrebbero emettere Composti Organici Volatili (VOC), dannosi per la salute. In questi casi, è quindi consigliabile scegliere resine a base acrilica senza solventi, in modo da mitigare questo rischio.

Come fare un bagno in resina? Alcune idee

Per rivestire il proprio bagno con la resina, ci sono alcuni accorgimenti da seguire per dar vita ad un ambiente confortevole ed esteticamente piacevole in base all’effetto finale che si desidera ed al proprio stile personale.

Se si desidera optare per un design semplice ed elegante, le composizioni monocromatiche sono l’ideale per i bagni in resina. I colori possono spaziare da quelli più chiari che donano luminosità e ampiezza agli ambienti (realizzando ad esempio un bagno in resina bianco oppure un bagno in resina tortora) a quelli più scuri (es. bagno in resina nero o grigio scuro) ideali per gli amanti dello stile industriale e contemporaneo.

Per arredare il bagno in resina all’insegna di un design audace e creativo, è consigliabile sperimentare con combinazioni di resine di colore diverso. Tra le soluzioni da adottare per la realizzazione di bagni in resina di questo tipo, spiccano gli effetti decorativi particolari, come disegni impreziositi da pigmenti metallici e scintillanti o rifiniture con motivi tridimensionali che riproducono la texture del marmo, del legno o della pietra.

Inoltre, se si desidera realizzare un bagno in resina unico e personalizzato, sul mercato sono disponibili alcune miscele che permettono l’incorporazione di elementi come sassi, conchiglie e altri oggetti, quali foto, stampe e tessuti, offrendo così la possibilità di andare incontro alle esigenze e ai gusti e alle preferenze di ognuno.

bagno in resina

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Le persone interessate alla creazione di un bagno in resina sono alla ricerca di risposte a una serie di domande aggiuntive:

Quanto costa il rivestimento in resina al m2?

Il prezzo di pavimenti ed i rivestimenti in resina per metro quadrato possono variare in base alla variante selezionata, oltreché in base ai costi della posa. Indicativamente, si parte da circa 40,00€ al mq, considerando una resina spatolata monocromatica con uno strato non particolarmente spesso, per arrivare fino ai 130,00€ al mq per resine di alta gamma o con disegni e decorazioni personalizzate.

Quanto dura un bagno in resina? 

Generalmente, un bagno in resina ha una durata maggiore rispetto ad altre tipologie di rivestimento, a condizione che il materiale sia stato posato con cura e attenzione da parte dei professionisti.

Fonte: Idealista.it

Il mutuo vince sull’affitto? Cosa dice l’analisi di Altroconsumo

L’aumento dei tassi di interesse è uno dei fattori che sta spingendo al ribasso le compravendite. È lecito dunque domandarsi: ad oggi, è meglio un mutuo o un affitto? Come si deve orientare chi deve fare i conti con il mercato immobiliare? È preferibile fare il grande passo e acquistare casa oppure decidere magari di aspettare e optare al momento per la locazione? Con l’obiettivo di fornire una risposta a queste domande, Altroconsumo ha fatto qualche calcolo, evidenziando che quasi sempre la rata del mutuo è più bassa dell’affitto mensile.

Affittare o comprare casa? La scelta non è di poco conto. Sono tanti i fattori da valutare, dalla disponibilità economica, alla possibilità di richiedere un finanziamento, alla sostenibilità dell’eventuale rata del mutuo (che non dovrebbe superare un terzo dello stipendio netto mensile), senza dimenticare il fatto che tendenzialmente la banca eroga un massimo dell’80% del valore stabilito dal perito e le spese aggiuntive da versare quando si acquista.

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Mutuo o affitto, cosa conviene

Per cercare di capire meglio se ad oggi, nel contesto economico in cui ci troviamo, è meglio un mutuo o un affitto, Altroconsumo ha ipotizzato prima di acquistare poi di affittare un bilocale di 60 metri quadri in tre zone semicentrali di Milano, Bergamo, Brescia, Bologna, Roma, Torino, Napoli e Palermo. L’Associazione ha poi messo a confronto l’affitto con la rata di un mutuo a tasso fisso prima casa all’80% per una durata di 30 anni.

Secondo quanto emerso, il mutuo vince sull’affitto. Ma c’è una nota di non poco conto da considerare: bisogna considerare anche il reddito minimo mensile che si deve avere per poter ottenere il finanziamento.

Mercato immobiliare

GTRES

L’analisi condotta da Altroconsumo ha evidenziato che, in generale, l’affitto costa di più della rata di un mutuo all’80%. La rata del mutuo più bassa dell’affitto consente di avere un risparmio economico oggi pagando la rata anziché la locazione, oltre che di guadagnare qualcosa nel caso in cui si decidesse di mettere in affitto la casa acquistata. Attenzione, però: non bisogna dimenticare che acquistare casa con un finanziamento comporta un esborso complessivo di denaro consistente.

Ma ecco un esempio pratico: prendendo in considerazione un bilocale di 60 mq, al costo di 240.000 euro, in zona Farini a Milano, con la migliore offerta del comparatore di mutui di Altroconsumo, che ha un Taeg dell’3,89%, per avere un mutuo, tasso fisso, durata 30 anni, si dovrà pagare una rata di 862 euro al mese; se si volesse affittare una casa nella stessa zona e delle stesse dimensioni il canone sarebbe di 1.000 euro al mese. L’Associazione, tuttavia, ricorda che nel caso dell’acquisto si dovrebbero considerare ad esempio che le spese di agenzia e il 20% del valore della casa non coperto dal mutuo.

Comprare o affittare casa? Cosa emerge dall’analisi di Altrocounsumo

Da questa analisi si evince che “l’acquisto della casa anche con un mutuo è la scelta migliore, ma solo se si è in grado di coprire le spese iniziali e si ha un reddito sufficiente ad ottenere il mutuo”. In conclusione, Altroconsumo ha sottolineato: “Nonostante la crescita dei tassi di interesse, la nostra simulazione dimostra che la rata del mutuo anche oggi è più bassa dell’affitto; c’è un chiaro problema di caro affitti per il quale sarebbe opportuna una riflessione normativa”.  

Fonte: Idealista.it

Mutuo 100 per cento, la migliore offerta di oggi 27 settembre 2023

Acquistare una casa senza soldi? Non è impossibile. Con un mutuo 100% possiamo finanziare il valore totale della casa che stiamo acquistando. Se in generale, infatti, la banca copre l’80% circa del valore dell’immobile, nel caso del mutuo al 100 per cento la copertura finanziaria è totale, a fronte, però, di tassi di interesse un po’ più alti e di maggiori garanzie richieste. Ecco quindi dove trovare il migliore mutuo al 100 per cento oggi, 27 settembre 2023.

  1. Vantaggi e svantaggi di un mutuo al 100 per cento
  2. Mutui 100 per cento, gli interessi di oggi 27 settembre 2023
  3. Mutui 100 per cento, la migliore offerta in banca del 27 settembre 2023
  4. Calcola la rata del tuo mutuo

Vantaggi e svantaggi di un mutuo al 100 per cento

Il mutuo al 100 per cento è un mutuo in cui la banca concede in prestito l’intero importo per acquistare una casa. Il vantaggio di questo tipo di mutuo è che, in pratica, si può acquistare la propria abitazione senza avere soldi da parte. Esiste però il rovescio della medaglia: le banche, a fronte del maggiore importo e del maggiore rischio che affrontano, solitamente chiedono maggiori garanzie (un contratto a tempo indeterminato, un garante). Inoltre, i tassi di interesse richiesti sono superiori rispetto a quelli di un mutuo tradizionale.

Mutui 100 per cento, gli interessi di oggi 27 settembre 2023

Quali sono gli interessi sui mutui oggi? Il 27 settembre 2023, a fronte di un tasso Euribor (parametro di riferimento per i mutui a tasso variabile) praticamente statico su tutte le scadenze, abbiamo un tasso Eurirs in aumento soprattutto per quanto riguarda le scadenza più lunghe. In particolare:

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Mutui 100 per cento, la migliore offerta in banca del 27 settembre 2023

Tra le migliori offerte di mutuo al 100 per cento in banca, con una richiesta di mutuo di durata trentennale da parte di una persona impiegata a tempo indeterminato con meno di 36 anni, valore del mutuo 165 mila euro, la migliore offerta disponibile è la seguente:

Bper: Mutuo Giovani under 36, rata 764,14 euro, tasso finito 3,75 per cento, Taeg 3,92 per cento, istruttoria 390 euro, perizia 280 euro.

Calcola la rata del tuo mutuo

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Fonte: Idealista.it

Come la “silver economy” sostiene il mercato immobiliare prime

Oltre l’80 per cento degli over 50 possiede almeno una casa di proprietà e il 22 per cento possiede almeno un altro immobile. Gli acquirenti in media hanno ormai 43 anni, mentre i venditori oggi hanno un’età media di 56 anni, quando solo otto anni fa ne avevano cinque di meno. Nel 2022 un terzo dei venditori aveva un’età superiore ai 65 anni, mentre un quarto aveva un’età compresa tra 55 e 64 anni. A vendere sono soprattutto over 50. Un 21,8 per cento di venditori ha un’età compresa tra 45 e 54 anni, mentre solo il 5,5 per cento dei venditori è un under 34. Sono alcuni dati sulla “silver economy” immobiliare in Italia, che, secondo Vincenzo Monti Prestige, si replica perfettamente anche per le case di lusso.

  1. Case di lusso a Milano e silver economy
  2. Quanto spendono gli “anziani” per comprare casa
  3. Anziani che comprano case di lusso a Milano, da dove vengono?
  4. Silver economy immobiliare: con mutuo o senza?

Case di lusso a Milano e silver economy

Il mercato Prime di Milano fornisce una fotografia che va a coincidere in linea di massima su tutto quanto rilevato in relazione alla Silver Economy. Secondo VMP l’ottanta per cento degli acquirenti di case di pregio ha un’età superiore ai cinquanta anni, e solo il venti per cento dei compratori ha meno di questa età. Il dato più curioso che emerge dall’analisi fatta in questo focus è che oltre il sessanta per cento di coloro che decidono di acquistare una casa di pregio a Milano sono donne. Il che starebbe anche a dimostrare quanto sappiamo già a livello statistico, ovvero che l’aspettativa di vita delle donne è più alta di quella degli uomini.

Quanto spendono gli “anziani” per comprare casa

Quando il budget di spesa si fa importante, oltre il milione e mezzo di euro, la fascia degli over 65 occupa una grossa fetta di quota di mercato (il 54 per cento), un altro quaranta per cento di mercato è in mano a coloro che hanno più di cinquanta anni. Mentre gli under 50 che movimentano il mercato Prime di Milano al momento sono una quota decisamente minoritaria, che non arriva al dieci per cento del totale (7 per cento).

Anziani che comprano case di lusso a Milano, da dove vengono?

Una nota, infine, sulla provenienza di questi “longennials” che comprano case di pregio a Milano: i residenti milanesi compongono circa il 60 per cento del mercato, la quota di acquirenti stranieri continua a salire ed oggi siamo al 33 per cento, mentre i compratori italiani che provengono da altre regioni del Bel Paese rappresentano il sette per cento del totale. In pratica, il mercato del lusso milanese, quello Prime e super Prime, è alimentato da una domanda e da una offerta di adulti maturi o anziani.

Silver economy immobiliare: con mutuo o senza?

Il problema del debito tocca meno il mercato living Prime. Innanzitutto, da quanto ha detto JP Morgan, elaborando i dati ottenuti da Eurostat e OCSE aggiornati al 31 ottobre 2022, sulle percentuali di proprietari di casa con mutuo o senza mutuo, l’Italia è il Paese in Europa con la percentuale più bassa di famiglie che fanno ricorso ad un prestitoper acquistare casa: meno del 20 per cento del totale delle famiglie proprietarie. Siamo quindi un Paese in cui i nuclei famigliari sono meno esposti agli aumenti dei tassi di interesse della BCE. Inoltre, coloro che hanno passato i 50 anni, o i Silver, non hanno necessità di cartolarizzare.

I Silver si distingueranno ancora di più, dunque, per un’alta percentuale di possesso della prima e seconda abitazione, per dimensioni della loro casa e per l’alta sensibilità sia verso gli aspetti legati alla vivibilità, sia quelli rivolti al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. Nella maggioranza dei casi, chi già possiede una casa di proprietà ne cerca un’altra, e non ha bisogno di accendere un mutuo. Nonostante un recente report elaborato dall’Area Studi Legacoop e Ipsos affermi che 7 italiani su 10 sono preoccupati per l’aumento dei tassi di interesse e ritengono che rappresenti un freno per l’economia delle famiglie e per l’economia in generale, solo il 35 per cento del campione del ceto medio e tra gli over 65 esprime una, peraltro contenuta, preoccupazione. E solo Il 10 per cento di costoro ha rinunciato ad acquistare un immobile.

La maggior parte ha solo rinviato, aspettando di capire (“wait and see”) se i prezzi cominceranno a calare. Una volta stabilizzati i prezzi , data la carenza di immobili di pregio con le caratteristiche migliori, caratteristica fisiologica che contraddistingue il mercato meneghino Prime da sempre mercato dai piccoli numeri se comparato con quelli delle altre città europee di una certa dimensione, i protagonisti della Silver Economy compreranno per sé stessi, o, altrimenti per i propri figli e nipoti.

Silver economy case

Fonte: Idealista.it

Differenza tra balcone, terrazzo e terrazza: quali sono le caratteristiche

Balconi, terrazzi e terrazze sono elementi architettonici che arricchiscono gli edifici e la loro fruibilità. Ma se il tratto comune è quello di offrire spazi all’aperto, la differenza sta nelle caratteristiche e nelle potenzialità uniche. In breve, c’è differenza tra balcone e terrazzo? I balconi, sporgendo dalla facciata, offrono uno spazio all’aperto di dimensioni più contenute, spesso accessibile da porte o finestre, ideale per affacciarsi e godere dell’aria fresca. I terrazzi, invece, sono aree più ampie posizionate all’interno del perimetro dell’edificio ma all’esterno della struttura, fornendo spazio per arredi e attività all’aperto. Queste superfici possono variare da piccoli spazi ad ampi piani, consentendo diverse possibilità di utilizzo.

  1. Com’è strutturato un balcone?
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  2. Che cos’è un terrazzo?
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  4. Terrazzo o terrazza?
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  7. Qual è la differenza tra balcone e veranda?
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    4. Quanti tipi di balcone ci sono?

Com’è strutturato un balcone?

Il balcone rappresenta una protuberanza sporgente dalla facciata di un edificio, dotata di ringhiera e parapetto per scopi di protezione e sicurezza. Questo elemento architettonico, aggiuntivo ed esterno alla struttura, offre uno spazio calpestabile che solitamente si estende in lunghezza.

Con una storia che risale al 1500, il balcone è un tratto distintivo di numerosi palazzi storici. Oltre a fornire un punto di affaccio per gli abitanti dell’edificio, il balcone agisce anche come elemento ornamentale che conferisce unicità e originalità a molte strutture architettoniche.

La balconata ed il balcone a loggia: caratteristiche distintive

La balconata può essere considerata come un balcone di dimensioni maggiori. Solitamente è più ampio rispetto al balcone tradizionale, di conseguenza è possibile anche aggiungere degli ornamenti e degli accessori per renderlo vivibile, soprattutto nel periodo estivo.

Il balcone a loggia, invece, rappresenta una variante in cui una porzione del balcone è rientrata all’interno della facciata dell’edificio, emergendo in parte dal profilo dell’edificio stesso.

Che cos’è un terrazzo?

La definizione di terrazzo è chiara: è uno spazio architettonico aperto, praticabile, aggiuntivo a un edificio e situato all’esterno della struttura ma compreso all’interno del suo perimetro.

A differenza del balcone, il terrazzo non sporge dalla facciata, ma rappresenta un’area accessibile e ben pavimentata, generalmente rettangolare o quadrata. Inoltre, può essere anche terrazzo arredato.

Questa spaziosa superficie consente l’arredamento con mobili da esterni, creando un luogo ideale per trascorrere momenti di relax all’aria aperta.

I vantaggi di avere un terrazzo al coperto

Il terrazzino, munito di un parapetto o di una ringhiera di sicurezza, può essere reso versatile attraverso l’aggiunta di tendetettoie o verande in vetro scorrevole.

Queste aggiunte permettono di utilizzare lo spazio in varie condizioni climatiche, trasformandolo in una sorta di stanza supplementare all’interno della casa.

Quando si può usufruire del bonus facciate? 

Capire la differenza tra balcone e terrazzo per il bonus facciate è utile; infatti, il balcone rappresenta un componente esterno aggiunto all’edificio, sporgendo dalla sua facciata, mentre la terrazza è una parte integrante di quest’ultimo.

Inoltre, il Bonus facciate è applicabile per lavori di ristrutturazione dei balconi, ma non è ammissibile per interventi effettuati sui terrazzi.

Terrazzo o terrazza?

La terrazza, tipicamente situata all’ultimo piano dell’edificio, rappresenta una spaziosa area scoperta e accessibile, delimitata da un parapetto di sicurezza che permette la vista panoramica e svolge molteplici funzioni. In alcuni casi, ad esempio negli hotel, la terrazza situata sulla sommità dell’edificio viene impiegata come spazio per attività ricreative e sociali, spesso adibito a lounge bar.

Sotto l’aspetto architettonico, la terrazza costituisce una parte integrante dell’edificio ed è solitamente compresa nella proprietà dell’ultimo piano.

differenza tra balcone, terrazzo e terrazza

La differenza tra balcone, terrazzo e lastrico solare

C’è una differenza tra balcone e terrazzo o lastrico solare. Per lastrico solare si intende la superficie piana situata sulla sommità di un edificio, generalmente destinata ad ospitare impianti solari o altre componenti funzionali al condominio.

Occasionalmente, il lastrico viene arricchito: può essere pavimentato e dotato di ringhiere per offrire un punto di affaccio, o allestito per essere utilizzato come uno spazio abitabile. In tal caso, assume la denominazione di terrazza.

Il terrazzo invece rappresenta un ambiente situato all’interno della struttura edilizia, ma al contempo aperto all’esterno, caratterizzato da dimensioni generose e abitabile.

Balcone, terrazzo e terrazza: come si distinguono

Avendo un appartamento è meglio avere un balcone o una terrazza? Qual è la differenza principale tra balconi e terrazzi?

Il balcone fuoriesce dalla facciata con dimensioni limitate, prevalentemente in lunghezza. Più difficile da comprendere è la differenza tra terrazzo e terrazza.

Il terrazzo rappresenta uno spazio all’interno del perimetro dell’edificio, ma esterno all’abitazione, solitamente di dimensioni più generose e adatto all’utilizzo; infatti, è consuetudine per i proprietari degli appartamenti avere un terrazzo arredato, per rendere lo spazio più vivibile.

Viceversa, la terrazza corrisponde al lastrico di copertura localizzato nell’ultimo piano, dotato di una pavimentazione curata e recintata, destinato a fungere da luogo di socializzazione.

Qual è la differenza tra balcone e veranda?

Comprendere qual è la differenza tra balcone, veranda e terrazza non è facile. Il balcone rappresenta un elemento saliente situato all’esterno di un edificio, in genere sopra il livello del suolo, e trova sostegno in mensole o in una struttura metallica o di cemento. Di solito, i balconi sono caratterizzati da dimensioni contenute e possono essere raggiunti tramite una o due aperture, come porte o finestre.

Una veranda rappresenta un’addizione coperta connessa a un edificio, di solito posizionata sulla parte anteriore o posteriore della struttura. Comunemente circondata da pareti, è dotata di finestre aperte o schermi per consentire la circolazione dell’aria.

Le verande costituiscono un’area all’aperto protetta, ideale per momenti di relax o per intrattenere ospiti. Spesso arredate con mobili da giardino o salotto, alcune verande possono essere isolate e riscaldate per un utilizzo durante tutto l’anno.

differenza tra balcone, terrazzo e terrazza

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Dopo aver chiarito la differenza tra balcone, terrazzo e terrazza, ecco alcune risposte alle principali Faq sul tema.

Quando si può definire terrazzo?

Il terrazzo può essere identificato come una serie di piattaforme orizzontali, sostenute da un muretto, utilizzate per stabilizzare un terreno inclinato. La distinzione chiave rispetto alla terrazza è che il terrazzo non sporge dalla facciata dell’edificio.

Cosa s’intende per balcone?

Balcone abitabile: qual è il significato? Il balcone può essere paragonato ad una finestra aperta fino al livello del pavimento, fornita di una balaustra o ringhiera, secondo uno stile ampiamente diffuso, soprattutto nelle regioni meridionali.

Qual è il sinonimo di terrazzo?

Quando si menziona una terrazza, ci si riferisce alla superficie aperta e accessibile di un edificio, spesso fungendo da copertura per la struttura sottostante. Questo spazio è delimitato da un parapetto e può essere sfruttato in vari modi.

Quanti tipi di balcone ci sono?

I balconi possono essere classificati in due tipologie distintive: ci sono i balconi sporgenti, i quali si estendono al di fuori della facciata del condominio e i balconi incassati, che possiedono una finalità strutturale e sono integrati nella facciata del condominio.

Fonte: idealista.it

Mutui a tasso fisso, la migliore offerta di oggi 13 settembre 2023

Per la prima volta da un anno i tassi di interesse dei mutui sono in calo. Stando all’ultimo Bollettino di Banca d’Italia, a luglio la media dei tassi è stata del 4,58 per cento, contro il 4,65 per cento di giugno. L’aumento dei mutui a tasso fisso e delle surroghe ha contribuito a questa situazione, mentre l’aumento dei tassi si è concentrato maggiormente sulle lunghe scadenze. Vediamo allora qual è la migliore offerta di mutuo a tasso fisso di oggi 13 settembre 2023.

  1. I tassi di interesse sui mutui oggi 13 settembre 2023
  2. Quanto costa un mutuo da 150 mila euro il 13 settembre 2023
  3. Calcola la rata del tuo mutuo

I tassi di interesse sui mutui oggi 13 settembre 2023

Quanto è il tasso del mutuo oggi? Il 13 settembre 2023 i tassi Euribor ed Eurirs, ovvero i tassi di riferimento per i mutui a tasso variabile e fisso, mostrano lievi aumenti per tutte le scadenze. In particolare:

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Fonte: idealista.it

Mutuo prima casa, le agevolazioni per i giovani (e non solo)

Per chi si appresta ad acquistare un immobile a uso primario, accendere un mutuo prima casa può garantire l’accesso a numerose agevolazioni. Con l’obiettivo di avvicinare sempre più persone al mercato immobiliare, e di agevolare l’acquisto di quella che sarà l’abitazione principale, sono infatti stati introdotti diversi sgravi fiscali e agevolazioni. Ma quanto si può risparmiare e, soprattutto, quali sono i requisiti per accedervi?

  1. I vantaggi del mutuo prima casa 
  2. Le detrazioni IRPEF sul mutuo 
  3. Le agevolazioni sul mutuo prima casa per i giovani 
  4. Gli sgravi sulla prima casa non legati al mutuo 
  5. Mutuo prima casa e agevolazioni: quali sono i requisiti 

La casa rappresenta da sempre il fulcro del risparmio degli italiani che, rispetto ai cittadini di altri Paesi europei, preferiscono investire sulla proprietà degli immobili anziché scegliere soluzioni come l’affitto oppure il leasing. Proprio per questa ragione, negli anni sono stati introdotti due grandi gruppi di agevolazioni: le detrazioni IRPEF sul mutuo per gli aventi diritto e gli incentivi di finanziamento per i giovani. A questi si aggiungono poi degli sgravi immediati al momento dell’acquisto, indipendentemente si decida di accendere o meno un mutuo per l’acquisto della casa.

I vantaggi del mutuo prima casa 

Come già anticipato, scegliere di aprire un mutuo per un immobile destinato ad abitazione principale può garantire l’accesso a numerosi vantaggi di natura fiscale. Ma quali sono e a quanto ammonta il risparmio che si potrà ottenere?

Le detrazioni IRPEF sul mutuo 

La prima serie di agevolazioni riguarda le detrazioni IRPEF sull’apertura e i successivi interessi sul mutuo, per gli aventi diritto. Per potervi accedere è infatti necessario trovarsi in una condizione reddituale che non preveda imposte sostitutive all’IRPEF, come ad esempio accade per i lavoratori autonomi in Partita IVA che hanno deciso di aderire al regime forfettario. Le misure prevedono, per un massimo di 4.000 euro l’anno:

  • una detrazione IRPEF del 19% sulle spese accessorie del mutuo, quali la parcella del notaio per la stipula del mutuo, le spese di istruttoria e la perizia tecnica sull’immobile;
  • una detrazione IRPEF del 19% sugli interessi.

Come già anticipato, questi incentivi sono disponibili solamente per coloro che non si avvalgono di imposte sostitutive sul reddito, come nel caso dei lavoratori dipendenti o autonomi in Partita IVA ordinaria. Chi ha scelto il regime forfettario, non corrispondendo nei fatti l’IRPEF, non ha diritto a usufruire di queste agevolazioni (scopri i vantaggi IRPEF anche per buste paga e pensioni).

Le agevolazioni sul mutuo prima casa per i giovani 

Allo scopo di favorire l’acquisto della prima casa ai giovani, i quali spesso faticano a ottenere mutui e finanziamenti per via di una condizione reddituale e lavorativa precaria, da qualche anno a questa parte sono state introdotte delle agevolazioni per gli under 36. Così come previsto dal Decreto Sostegni Bis, introdotto nel 2021 e prorogato fino al 31 dicembre 2023, i nati a partire dal 1987 possono accedere al Bonus Prima Casa. Si tratta di un pacchetto di agevolazioni che prevede:

  • l’accesso all’apposito Fondo di Garanzia: lo Stato si espone in qualità di garante fino all’80% del valore dell’immobile scelto come prima casa, facilitando così l’erogazione del mutuo;
  • la riduzione del 50% su tutti gli onorari notarili, compresi quelli per la stipula del mutuo;
  • l’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, sotto forma di credito d’imposta.

Rimangono poi sempre poste in essere le agevolazioni IRPEF del 19% già illustrate, sempre per i soggetti che non si avvalgono di imposte sostitutive sul reddito. 

Il fondo di garanzia dei mutui prima casa per gli under 36, che era stato inizialmente prorogato fino al 30 giugno 2023, è stato prorogato al 30 settembre 2023. Questo significa che le domande per accedere al Fondo di Garanzia Consap, dietro determinati requisiti, potranno essere presentate entro il 30 settembre 2023.

Gli sgravi sulla prima casa non legati al mutuo 

Vale inoltre la pena ricordare che, per coloro che avessero deciso di non accendere un mutuo per l’acquisto della prima casa, rimangono comunque disponibili alcuni sgravi fiscali

  • l’imposta di registro al 2% e le imposte catastale e ipotecarie fisse a 50 euro, per coloro che acquistano da privati o da imprese in esenzione IVA;
  • IVA al 4% e imposte di registro, catastale e ipotecarie a 200 euro, per chi acquista da impresa soggetta a IVA;
  • la detrazione IRPEF del 19%, per un massimo di 1.000 euro, per le spese di intermediazione in caso l’acquisto venga finalizzato avvalendosi di un’agenzia immobiliare. Anche in questo caso, lo sgravio è previsto per tutti i soggetti che non si avvalgono di imposte sostitutive all’IRPEF.

Mutuo prima casa e agevolazioni: quali sono i requisiti 

Per poter approfittare degli interessanti vantaggi previsti per chi decide di aprire un mutuo destinato alla prima casa, è necessario rientrare in alcuni requisiti specifici. La normativa attualmente in vigore infatti prevede che:

  • la casa che si andrà ad acquistare non deve essere accatastata come immobile di lusso;
  • l’immobile prescelto dovrà essere nello stesso comune di residenza o, ancora, nel comune dove ci si trasferirà entro 18 mesi dall’accensione del mutuo;
  • non si abbia già usufruito di agevolazioni per l’acquisto della prima casa. In questo caso la normativa perfette di avervi nuovamente accesso solo l’attuale abitazione viene venduta entro 12 mesi dal trasferimento presso la nuova residenza;
  • il richiedente non sia titolare di altri diritti di proprietà su immobili terzi, anche di proprietà del coniuge, su tutto il territorio nazionale. Se si rientra nella categoria dei giovani, i quali hanno quindi diritto di accedere al Bonus Prima Casa, vi sono poi dei requisiti specifici:
  • non avere superato i 36 anni al momento del rogito;
  • essere residenti nel Comune dove si acquisterà l’immobile;
  • non essere titolari o usufruttuari di altri immobili nel territorio;
  • avere un ISEE – ovvero il prospetto di Situazione Economica Equivalente – di massimo 40.000 euro.

In conclusione, per chi si affaccia per la prima volta al mercato immobiliare, allo scopo di acquistare la propria abitazione principale, non mancano di certo aiuti e vantaggi.

Fonte: idealista.it